La proposta è molto innovativa, seppure impegnativa: da «mercoledì Luca non fa pallavolo, lo porto al catechismo» a: «Domenica non ci siamo, facciamo catechismo». Dialoghi immaginari tra genitori a Torino e a Roma. Nelle due parrocchie che i vescovi hanno loro affidato, Gesù Nazareno e Sant’Andrea apostolo, i padri Dottrinari propongono la catechesi familiare in preparazione ai sacramenti della prima Confessione e della prima Comunione.
Una sperimentazione cominciata nel 2013 a Torino, che oggi è consolidata. Le famiglie – compresi fratelli e sorelle più piccoli o più grandi – si incontrano una domenica al mese. Partecipano alla messa e poi si fermano in parrocchia. Un gioco comunitario e poi i genitori-catechisti, affiancati da un sacerdote, vivono con i figli l’attività preparata per conoscere bene Gesù, puntando molto sull’animazione partecipata, in modo da far conoscere le Parole di Gesù e quello che propone a ciascuno di noi, i suoi amici, per vivere la nostra vita da Cristiani.
Il pranzo comunitario cementa la fraternità, e poi ancora il gioco per divertirsi insieme, e altri momenti di preghiera e catechesi prima di salutarsi con un compito per casa.
Ci si incontrerà di nuovo, a gruppi di 3-4 famiglie, una sera nello stesso mese per cenare insieme e tornare sul tema della catechesi.
I genitori hanno l’onore di essere i catechisti dei figli loro e di altri, come si sono impegnati a fare durante il Battesimo dei loro figli, e l’onere – ma anche la possibilità – di formarsi, sempre con l’aiuto di un sacerdote, per esserlo sempre meglio.
Alessandro Ponte, con sua moglie Silvia Appendino, vive l’esperienza della catechesi familiare a Torino fin dal 2013, perché l’hanno vissuta con tutti i sei figli che a mano a mano cominciavano il cammino verso l’Eucarestia.
«Al di là del modo conta il perché della catechesi familiare – spiega Alessandro –, il catechismo pomeridiano con “lezioni” frontali non funziona; così invece bambini e bambine imparano a riconoscere la Chiesa come comunità accogliente, nella quale fare esperienza di Gesù, con gioia e dove loro sono parte attiva. All’inizio le famiglie erano perplesse, perché i genitori sono chiamati a un impegno responsabile e partecipe, ma con gli anni si è compreso che anche per i papà e le mamme è un’occasione. Prepararsi per essere catechisti dei propri figli, impegnarsi con altri genitori, permette di continuare, o di cominciare, anche nel proprio cammino di fede, a crescere insieme nella formazione».
Alessandro non ha timori nel dire che i momenti in cui si gioca e si mangia insieme sono fondamentali «preparare il cibo, consumarlo insieme, facilità la conoscenza, si fa amicizia, così nasce anche la voglia di fare esperienze insieme», tant’è che molte coppie, dopo aver sperimentato la catechesi familiare, decidono di impegnarsi sempre nella catechesi oppure in altri settori pastorali, nella parrocchia o in altre realtà ecclesiali.
Padre Andrea Marchini, al secondo anno come parroco a Gesù Nazareno, crede molto in questa proposta che coinvolge oltre trenta famiglie, così come padre Ottorino Vanzaghi che l’aveva lanciata a Torino e ora la propone a Roma, dove hanno aderito una cinquantina di famiglie. Entrambi sulle tracce di san Cesare de Bus, fondatore della Congregazione dei Padri Dottrinari, che seppe inventare nuovi modi di proporre il Catechismo alla fine del 1500 e che san Paolo VI – beatificandolo il 27 aprile del 1975 – additò alla Chiesa come modello per i catechisti, mentre papa Francesco, proclamandolo Santo il 15 maggio 2022 ha ricordato la “santità di chi offre la vita senza tornaconto con una gioia che non ha paragoni”.
La Catechesi familiare può attecchire nella Chiesa di oggi, infatti il Vescovo ausiliare del settore Nord della diocesi di Roma, mons. Daniele Salera, ha chiesto informazioni a padre Ottorino Vanzaghi perché sta pensando di proporre forme simili di Catechesi Familiare in altre parrocchie romane. Da un piccolo seme…