di padre Enzo De Martino, dc

La formazione dei preti e dei religiosi è da sempre, e oggi in modo ancor più pressante, argomento e preoccupazione principale della Chiesa. Non poteva non esserlo per la Congregazione dei Padri Dottrinari. Al punto che è stato l’argomento principe e votato all’unanimità durante l’ultimo Capitolo Generale nell’aprile del 2018. A partire da allora si è rivista la Ratio Formationis Generale cioè il documento normativo che regola la vita e la formazione dei religiosi dall’inizio del percorso alla formazione permanente.
Nell’ambito della formazione generale la Congregazione ha lanciato, ad experimentum, una nuova iniziativa riservata soprattutto ai religiosi dottrinari che sono arrivati alla fine del percorso di formazione iniziale. Dopo la Professione Perpetua e l’ordinazione diaconale i religiosi fanno uno stage di approfondimento, teorico e pratico, del ministero sacerdotale e della vita religiosa dottrinaria a Cavaillon, in Francia. Si è scelto il comune provenzale per far conoscere i luoghi dove il fondatore padre Cesare de Bus è nato, si è convertito, ha vissuto il suo ministero di sacerdote e di catechista. I primi due confratelli sono arrivati a Cavaillon dal Burundi nel settembre del 2019 e sono ripartiti dopo essere stati ordinati sacerdoti a Cavaillon nel luglio del 2020. Primi dottrinari a essere ordinati in Francia dalla Rivoluzione francese. Altri confratelli, due diaconi e un fratello, per ragioni legate alla regolarizzazione del permesso di soggiorno in Francia, hanno trascorso l’anno di formazione a Roma, nella casa generalizia. I due diaconi sono stati poi ordinati sacerdoti nella chiesa di Santa Maria in Monticelli nel maggio 2022, anno della canonizzazione di padre Cesare. Il fratello alla fine dell’anno di stage ha chiesto è ottenuto di proseguire gli studi per diventare sacerdote. Da ottobre 2022 altri tre diaconi burundesi hanno trascorso l’ultimo anno di formazione in Francia, nella nuova comunità formatasi da settembre nella parrocchia di Robion, a 7 km da Cavaillon. Per la formazione è stato incaricato il sottoscritto, parroco di Robion e Des Taillades, superiore e formatore.
Come si svolge l’anno formativo e quali argomenti si trattano? La vita comunitaria è strutturata un modo da avere tempi di studio individuali seguiti da momenti di condivisione. Al mattino si riserva tempo per la preghiera personale, l’ufficio delle lodi e la celebrazione della messa in parrocchia. Segue un tempo di studio. Nel pomeriggio si condivide il lavoro fatto al mattino. Si approfondisce poi la spiritualità sacerdotale e religiosa, non dal punto di vista teologico – che è già stato trattato negli anni della formazione iniziale – quanto da un punto di vista pastorale, avendo come guida i discorsi, le catechesi o gli scritti degli ultimi papi, da San Giovanni Paolo II, a Benedetto XVI e, soprattutto, a Papa Francesco. La formazione verte sulla conoscenza della liturgia attraverso le Norme del Messale Romano, il tutto vissuto nel corso della celebrazione della messa, con qualche partecipazione alla celebrazione di battesimi, matrimoni, funerali.
Altro tema di approfondimento è la catechesi, facendo riferimento all’ultimo aggiornamento del Direttorio Generale della Catechesi. E con la partecipazione agli incontri di catechismo con i bambini e con i ragazzi.
Si studia anche la storia della Congregazione, in particolare quella degli ultimi duecento anni, avendo come traccia il volume “Con la Bibbia e il catechismo”, pubblicato dal superiore della Congregazione, padre Sergio La Pegna, nel 2017 e “La storia dei Dottrinari” di De Viguerie, che rievoca gli anni dalla costituzione dei Dottrinari fino alla Rivoluzione Francese. Sempre con sguardo attento alla catechesi dottrinaria.
Oltre a studi teorici, la formazione prevede giornate di ritiro spirituale individuali settimanali; ritiri di due giorni mensili e soggiorni in monasteri; giornate di ritiro o di formazione con il clero locale diocesano; incontri di approfondimento pastorale e formazione mensili con i preti delle parrocchie. E infine un ritiro specifico in previsione dell’ordinazione sacerdotale, di dieci giorni, in una struttura dei Gesuiti a Lione.
Tutta la vita comunitaria è vissuta come un’esperienza di condivisione teorica e pratica. Ognuno con il suo servizio religioso che riguarda la conduzione della preghiera comunitaria, la predicazione, il segretariato della parrocchia così come la preparazione dei pasti e le pulizie della casa. Ai tempi riservati alla formazione e a quelli esclusivamente personali per la preghiera, lo studio e il riposo, affianchiamo momenti ludici e ricreativi, lunghe camminate o attività sportive.
Molto formativa anche la scelta di fare visita alle comunità italiane, per conoscere altri confratelli e la loro missione nelle diverse realtà del Bel Paese. Scoprire come vivono il carisma altri confratelli e conoscere le realtà dottrinarie laicali resta uno degli elementi della formazione che aiuta a “visualizzare” meglio ciò che si è appreso in teoria; è indispensabile per una formazione che aiuti a capire e vivere, approfondire e praticare; incoraggia e motiva, responsabilizza e fa sentire liberi. L’esempio di tanti padri, fratelli e sorelle laici accende l’entusiasmo e fa acquisire esperienze preziose.
L’anno speso a Cavaillon, permette ai tanti giovani che entrano nei nostri seminari fuori Europa, di conoscere in diretta la sorgente, Cavaillon, e la radice, l’Italia, della Congregazione.