La mostra multimediale Hereditas de Bus, inaugurata il 22 aprile nella Casa Generalizia dei Padri della Dottrina Cristiana in via Santa Maria in Monticelli 29, a Roma, è stata benedetta dal card. Marcello Semeraro, prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, ed è aperta al pubblico da sabato 14 maggio.
«La parola “mostrare” significa mettere in evidenza, mettere in luce qualcosa che è rimasto nascosto, e questo percorso espositivo serve a mettere in risalto alcuni aspetti che possono aiutarci a cogliere l’integrità del messaggio di san Cesare de Bus e il suo carisma catechistico – ha dichiarato il card. Semeraro –. Tutto comincia con l’ascolto dell’annuncio della fede. Dice San Paolo “Fides ex auditu”, la fede deriva dall’ascolto, e domanda: come potranno intendere senza uno che parli predicando? Il beato Cesare ci ricorda questa priorità nella vita cristiana».
La mostra “Hereditas de Bus” si sviluppa lungo due sale, con tre livelli interconnessi: la parola, le immagini, gli oggetti. Si parte dai pannelli esplicativi che ripercorrono a tutto tondo la vita del santo. Per poi passare ai video e ai dipinti che raffigurano Cesare de Bus nell’iconografia che si è diffusa nel corso dei quattro secoli. Infine, gli oggetti originali appartenuti a san Cesare e arrivati a Roma grazie ai confratelli francesi. Due sale con materiali in lingua italiana, inglese, francese e portoghese, dove conoscere anche quanto, a partire da san Cesare de Bus, si è sviluppato nei secoli successivi attraverso la vita dei religiosi della congregazione da lui fondata e che ancora oggi, in vari continenti, cercano di vivere quell’impegno.
All’inaugurazione erano presenti, tra gli altri, Paolo Ruffini, prefetto del Dicastero per la Comunicazione della Santa Sede; padre Sergio La Pegna, superiore generale dei Padri della Dottrina Cristiana; Paolo Pellegrini, amministratore delegato di Mediacor, la società che ha allestito la mostra; rappresentanti diplomatici del Burundi e di Francia e Italia presso la Santa Sede; membri del consiglio di istituti religiosi femminili e maschili.
«Come dice il titolo che abbiamo voluto dare a questo spazio – ha dichiarato padre Sergio La Pegna –, il tema principale è la condivisione, con tutti coloro che lo vorranno, dell’eredità spirituale lasciataci da san Cesare de Bus. Nelle due sale si può assaporare la vita di quest’uomo che, nella Francia alla fine del sedicesimo secolo, decide di cominciare un’esperienza ecclesiale nuova, con al centro la catechesi, cioè la presentazione della Buona Novella di Cristo a tutti, attraverso linguaggi facilmente comprensibili e coinvolgenti».
«La comunicazione è missione – ha affermato Paolo Ruffini –, una comunicazione fatta, non solo di parole, ma anche di testimonianze e di tutti i linguaggi che il tempo ci mette a disposizione. Questa è la lezione di san Cesare de Bus perché la sua stessa vocazione è avvenuta tramite la lettura e la musica, che sono due linguaggi di comunicazione. E sottolinea quanto sia importante, nel tempo in cui viviamo, parlare il linguaggio di chi ci ascolta. La sfida di oggi è essere contemporanei, coniugando i mezzi che la tecnologia ci mette a disposizione con la verità degli incontri personali. Momenti come questo, di relazione e di incontro, possono portare a riscoprire Dio nell’altro e a tirar fuori da ognuno di noi quella scintilla di divino che abbiamo. Questo è alla radice della catechesi».
La mostra è visitabile anche virtualmente dal sito.