Wednesday, 15 February 2017 00:00

I Beati Martiri Dottrinari

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Prima del 1789, i Padri della Dottrina Cristiana contavano in Francia 64 case, collegi o seminari, 29 dei quali nella sola provincia di Avignone. La Rivoluzione Francese segnò la fine della presenza dei Dottrinari in Francia. Bisognerà attendere, dopo vari tentativi, il 1966 per rivedere una loro presenza stabile.

Due Padri, il P. Claudio Bouchot e il P. Eustachio Felix, martiri del settembre 1792, sono stati beatificati dal Papa Pio XI nel 1926. Al loro nome va aggiunto quello del P. Giuseppe Raoulx, nato a Graveson e Assistente generale della Congregazione, ghigliottinato a Parigi nel 1794, del quale è in corso il processo di beatificazione. Degni discepoli del B. Cesare, i tre dottrinari, appartenenti alla stessa comunità di Parigi, offrirono la loro vita in fedeltà a Gesù Cristo, alla Chiesa e alla Congregazione, divenendo “catechismo viventi”. Accenniamo al loro martirio, a conclusione di questo opuscolo.

I Beati Claudio Bochot ed Eustachio Felix

Dal 1676 la Casa Generalizia della Congregazione fu trasferita da S. Giovanni il Vecchio in Avignone a S. Carlo Borromeo a Parigi. Da quella data fino alla Rivoluzione Francese quest’ultima Casa fu il centro della Congregazione. Scoppiata la Rivoluzione il Superiore, il p. Bochot, e l’economo, il p. Felix,  riuscirono a mettere in salvo la maggior parte della Comunità. Quando giunsero i rivoluzionari, tutti coloro che non sottoscrivevano la “Costituzione Civile del Clero” venivano arrestati, deportati ed uccisi. Così avvenne ai nostri due padri che vennero portati al Seminario di S. Firmino, nel frattempo trasformato in carcere. Racconta l’Abate di Salamon, testimone oculare, scampato miracolosamente alla strage avvenuta nella notte dal 1° al 2 settembre: «Gli altri prigionieri che già si trovavano all’Abbazia sono avvertiti che al Convento del Carmine sono stati trucidati. A tale notizia tutti si gettarono ai piedi del Curato di Saint Jean au Gréve, chiedendogli con grande compunzione l’assoluzione in articulo mortis. Quel sant’uomo, dopo aver pregato un istante in silenzio, ci esorta a recitare il Confiteor ed a fare un atto di fede, di contrizione e d’amore di Dio; dopo di che egli diede molto devotamente l’assoluzione. Il Curato ci disse: “Noi possiamo considerarci come degli ammalati all’agonia, ma serbando noi la ragione e la piena conoscenza non dobbiamo omettere nulla di ciò che può meritarci la misericordia di Dio. Io reciterò le preghiere degli agonizzanti, unitevi a me, affinché Dio abbia pietà di noi. Comincia le Litanie, alle quali rispondemmo tutti con fervore. Il tono col quale quel degno Sacerdote pronunziò la prima orazione, che comincia: “Parti anima, da questo mondo nel nome di Dio Padre Onnipotente…” ci intenerì; quasi tutti piangevamo. Tutto era preparato per l’orribile massacro; noi eravamo prossimi all’ora fatale. Ci portano il desinare; erano le due; si ode il rombo del cannone d’allarme… Uno di noi, inquieto, agitato, va ad una finestra; egli scorge dei soldati nel cortile del palazzo e domanda per quale motivo abbia tuonato il cannone d’allarme. – Verdun è presa dai prussiani – fu la risposta. Questa era una menzogna; Verdun non cadde se non qualche giorno dopo. Tutti sanno ora che il rombo del cannone d’allarme doveva, in quel giorno di sangue, essere il segnale del massacro. Gli assassini avevano l’ordine di incominciare l’uccisione al terzo colpo”.

Il decreto per la loro beatificazione racconta che essi furono uccisi nell’interno della Casa, o gettati dalla finestra sulla strada, dove vi erano donne ferocissime che si precipitavano sui sacerdoti per picchiarli a sangue con bastoni; non contente di ciò salivano sui carri, dove erano deposti i corpi e li calpestavano, li tagliavano a pezzi e mostravano, con orgoglio, le membra ai passanti gridando “Viva la Nazione”.

 Della vita di questi due dottrinari si conosce ben poco. Il p. Claudio Bochot nacque a Troyer, nella Champagne, il 13 luglio 1720 da Eustachio ed Elisabetta Léger. Entrò nel Noviziato della stessa Casa di S. Carlo il 10 ottobre 1740 ed emise la professione il 16 ottobre del 1741. Nel 1759 fu Rettore del Collegio di Noyer e poi passò alla Casa di S. Carlo, della quale fu, per diverse volte, eletto Rettore, di cui l’ultima dal 1789 al 1792.

Il p. Eustachio nacque anche a Troyer, il 24 aprile 1736. Entrò nel Noviziato della Congregazione a Parigi il 20 maggio 1757. Dopo esser stato in diverse comunità, Vitry le–François, Chaumont–en–Bassigny, tornò nella Casa di S. Carlo, con l’ufficio di Procuratore, che conservò fino al momento dell’incarcerazione, nel 1785. Come discreto, partecipò ai Capitoli Provinciali del 1786 e 1789. Durante quest’ultimo fu eletto Consigliere della Provincia. Come tale firmò, l’11 ottobre 1791, l’ultima deliberazione  presa dai Dottrinari di Parigi. Di entrambi i padri si ricorda la vita esemplare tutta spesa nell’esercizio del sacro ministero a vantaggio dei fratelli. Spiccavano in loro l’umiltà e la carità: due doti che formano gli apostoli e che li mettono in grado di recare il loro aiuto spirituale e materiale dovunque lo richieda la necessità.

I luoghi in cui avvennero questi massacri divennero ben presto meta di pellegrinaggi, dove molte persone si recavano a pregare in onore dei sacerdoti immolati. I pp. Claudio ed Eustachio vennero beatificati, insieme ad altri 189 martiri della Rivoluzione Francese, il 17 ottobre 1926. La festa liturgica fu stabilita al 2 settembre.

Il servo di Dio Giuseppe Raoulx

Quando nel 1789 divampó la Rivoluzione Francese il p. Raoulx si rifiutò di firmare  il giuramento per la “Costituzione Civile del Clero” e si nascose per paura di essere anche lui ucciso nella strage del settembre 1792. Cambiò nome, si dedicò al commercio ed evitò di esercitare il ministero alla luce del giorno. Nonostante ciò cadde in una trappola preparata dal suo accusatore e fu riconosciuto: costui rivolse al Servo di Dio una domanda in termini di bestemmie contro la Religione e Cristo Redentore, il p. Giuseppe replicò animatamente e dimostrò di essere prete. Fu rinchiuso nel carcere di S. Lazzaro con l’accusa di aver rifiutato il giuramento e di esser stato trovato in possesso di un libro “La devozione messa d’accordo con il giuramento di uguaglianza” che prendeva in giro i preti che prestarono giuramento. Nel carcere condusse la vita di una comunità religiosa con le ore riservate alla preghiera, letture ed altri esercizi di pietà, si rivolgeva ai suoi compagni parlando della necessità di prepararsi alla morte. Quando fu convocato davanti al tribunale ringraziò il Cielo perché gli era concesso di morire per il suo Dio. Condannato a morte il 25 luglio 1794 fu ghigliottinato lo stesso giorno. Chiese di essere trucidato per ultimo al fine di poter dare l’assoluzione ai compagni, così nelle ultime ore della sua vita, poté riprendere le sue funzioni sacerdotali esortando ed incoraggiando i condannati. Nello stesso gruppo fu ghigliottinato anche il famoso poeta Andrea Chenier di 32 anni. P. Raoulx era nato a Graveson, tra Avignon e Tarascon, il 17 agosto 1737. Era entrato nella Congregazione dei Padri della Dottrina Cristiana a sedici anni e nel 1789 era Assistente Generale per la Provincia d’Avignone e godeva fama di insigne predicatore.

Il suo processo di beatificazione, insieme ad un numeroso gruppo di altri religiosi, è stato completato a Parigi. Adesso si trova a Roma, presso la Congregazione per le Cause dei Santi e si attende la beatificazione.

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