Carissimi,
con gioia vi comunico che il 26 maggio 2020 pomeriggio il Santo Padre Francesco ha approvato il miracolo attribuito all'intercessione del B. Cesare de Bus, nostro Fondatore. Tenendo conto della situazione attuale di pandemia, informerò quanto prima circa la data della canonizzazione.
Per maggiori informazioni sui prossimi Santi, vi invito a visitare il sito www.causesanti.va
Ringraziamo il Signore per questo grande dono che fa alla nostra Famiglia Dottrinaria e alla Chiesa universale.
In unione di preghiera
 
p. Sergio La Pegna, dc
superiore generale
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Congregazione dei Padri della Dottrina Cristiana

Padri Dottrinari

via S. Maria in Monticelli, 28  - 00186  Roma 

06 68802292 

Il Superiore Generale

2020/1 CC

Messaggio per la Festa del Beato Cesare – 15 aprile 2020

Il Beato Cesare e la passione per la catechesi

Carissimi confratelli, membri dei Movimenti Laicali Dottrinari e amici tutti,

anche quest’anno desidero giungere a voi con un breve Messaggio per prepararci e vivere bene la Festa annuale del Beato Cesare. Il tema lo colgo dall’invito che spesso Papa Francesco fa a tutti i cristiani: riscoprire la passione di annunciare Gesù e la sua Parola. 

“La gioia del Vangelo – dice il Papa - riempie il cuore e la vita intera di coloro che si incontrano con Gesù” (Evangelii Gaudium n. 1). Questa è stata l’esperienza del Beato Cesare. Una volta che ha incontrato Cristo, la sua vita è stata trasformata e ha preso come direzione unica quella di crescere nell’amore e nella conoscenza del Signore e comunicare agli altri la bellezza di cosa vuol dire essere amici di Gesù. La passione per l’annuncio del Vangelo ha toccato profondamente la sua vita e la sua missione.

In questo Messaggio desidero soffermarmi su due aspetti: la passione per la catechesi nella vita del Beato Cesare; la passione per la catechesi nei suoi scritti.

1. La passione per la catechesi nella vita del Beato Cesare

Fin dall’inizio della sua “conversione”, il Beato Cesare si dedica con grande slancio e passione all’annuncio del Vangelo. Nel 1583, coadiuvato dal frate cappuccino Mattia Bellintani da Salò, organizza una Confraternita dedicata a San Bernardo, per coloro che, attraverso la vita spirituale e l’apostolato, desiderano diventare “uomini nuovi”, secondo il Vangelo. Contemporaneamente, invita sacerdoti e laici a fare “oratorio”, cioè meditazioni e preghiere insieme. Inoltre, con l’aiuto di Suor Caterina della Croce, si dedica alla riforma del Monastero delle Monache Benedettine di Cavaillon. Nel 1584, attraverso l’Arcivescovo d’Aix-en-Provence, mons. Alessandro Canigiani, conosce indirettamente San Carlo Borromeo e rimane entusiasta di tutto ciò che sente sul suo conto. Decide di imitarlo in tutto, in particolare nell’insegnamento della Dottrina Cristiana e nella vita di penitenza. Nel 1586, per due anni circa, p. Cesare si ritira presso l’eremo di San Giacomo, che domina Cavaillon. In questo luogo, anche se non in totale solitudine, si dedica alla preghiera, alla meditazione, soprattutto del catechismo ad parochos del Concilio di Trento, organizza processioni penitenziali, predica nelle campagne, insegna la dottrina cristiana alla gente semplice. I decreti del Concilio di Trento e l’esempio di San Carlo Borromeo sono le regole d’oro del suo apostolato. 

Attratti dal suo modo di fare catechesi, altri sacerdoti e laici desiderano seguirne l’esempio e così, il 29 Settembre 1592, si ha la prima riunione della Congregazione dei Padri della Dottrina Cristiana. Nel 1593, l’Arcivescovo d’Avignone Mons. Francesco Maria Tarugi, affida al Beato Cesare e alla Congregazione un convento dove risiedere. La domenica successiva all’arrivo, il nostro Beato inizia subito a fare catechesi.

Sempre con il desiderio di voler annunciare con passione la Parola di Dio comincia a preparare alcune ragazze per insegnare il catechismo alle bambine, soprattutto nelle campagne, alcune delle quali
confluiscono nell’Istituto delle Orsoline.

Anche quando diviene cieco e malato, il Beato Cesare non perde la sua passione per la catechesi e, accompagnato da altre persone per mano, continua a recarsi lì dove c’è bisogno di annuncio di Parola di Dio.

Il Beato Cesare ha donato tutta la sua vita alla catechesi, specie ai più piccoli, ai poveri e ai bisognosi... e tutto questo con grande passione! Fa una catechesi chiara, progressiva, rivolta alla vita e intrisa di Parola di Dio, di scritti dei Padri della Chiesa e di opere di San Bernardo. 

Il suo sistema è graduale e consiste nel presentare l’essenziale della dottrina in due cicli: 

  1. la dottrina piccola: rivolta a chi non sa nulla, quindi soprattutto ai bambini e agli ignoranti, i quali imparavano le preghiere, il segno della Croce, i comandamenti e i sacramenti attraverso il dialogo e la memoria;
  2. la dottrina grande: pur mantenendo la concretezza del linguaggio, è fatta dal pulpito la domenica e nelle feste solenni e consiste in un’ampia e accessibile spiegazione del Simbolo degli Apostoli, del Padre Nostro, dei Comandamenti, dei Precetti della Chiesa e dei Sacramenti.

   Senza dubbio si tratta di un programma classico di catechesi, così come lo prevede il Concilio di Trento. La tradizione dottrinaria aggiungerà a queste due fasi una terza, detta, dottrina media; essa  si svolge soprattutto a forma di predica nella quale vengono trattati, in maniera semplice e concreta, brani della S. Scrittura e dei Padri della Chiesa, evitando i discorsi troppo lunghi, si utilizza il metodo    
delle interrogazioni e, alla fine, si fa una ricapitolazione a forma di dialogo, alla quale segue un pio esempio sull’argomento. Il de Bus rende viva ed attraente l’esposizione mediante il dialogo, la musica,
la poesia e l’uso di cartelloni catechistici da lui dipinti, quale sussidio per facilitare la comprensione delle verità spiegate. 

La sua vita è stata tutta un “catechismo vivente”.

 

2. La passione per la catechesi nelle parole del Beato Cesare

In diversi testi del Beato Cesare troviamo dei consigli per coloro che si dedicano all’insegnamento del catechismo o alla predicazione, ma è soprattutto l’intera sua opera catechistica che fa di lui un vero esempio di annunciatore appassionato della Parola di Dio e dei misteri della fede. Ne è testimonianza la sua opera Istruzioni familiari, di cui è in corso la traduzione nelle lingue correnti.

In un periodo di miseria materiale e spirituale il de Bus è convinto che il modo migliore per “arrestare i mali presenti ed impedirne che ne nascano di peggiori”, è l’insegnamento della Dottrina Cristiana. Lo stesso p. Cesare afferma: “Confesso che cominciando ad insegnare il catechismo e ad esporre la Dottrina Cristiana in questa maniera, io credevo di abbassarmi grandemente, trattando di cose basse e puerili secondo il mondo. Ma Nostro Signore Gesù Cristo, avendomi fatto vedere la grandezza e l’eccellenza di quest’opera attraverso la lettura di Autori santi, mi fece cambiare pensiero e sentimento e così riconobbi di essere indegno di un ministero così santo e glorioso” (Istruzioni familiari, vol. 1, 87-88). 

E a coloro che sono i destinatari della catechesi così si rivolge: “Cari ragazzi, venite alla Dottrina ed io vi farò da maestro. Ma cosa vi insegnerò? V’insegnerò ad essere veri e buoni cristiani; vi insegnerò il fine per cui Dio vi ha creato; vi insegnerò a conoscere Dio, il mondo e voi stessi; v’insegnerò a ben vivere e a ben morire. Venite, dunque, perché v’insegni queste cose, che sono così belle, utili e necessarie. Qualcuno forse mi dirà: a che può servirmi andare ad ascoltare la Dottrina? Io conosco abbastanza ciò che è bene, senza volerlo praticare e ciò che è male senza volermi correggere. Ebbene sia pure così; non per questo dovete tralasciare di venire a sentire la Parola di Dio, la quale illumina e cambia il cuore” (Istruzioni familiari, vol. 1,10.17). 

E ancora: “È soprattutto l’esercizio della Dottrina Cristiana il mezzo migliore per radicare la fede, per confermarla, per cacciare l’ignoranza e sradicare i vizi.  […] La Dottrina Cristiana è come un’Arca, che preserva i cristiani dal diluvio di questo mondo; è come la colonna e il fondamento che sostiene la Chiesa e non vi è mezzo più spedito per rimanere nel sentiero della salvezza e ricondurvi tante pecorelle smarrite che il continuo esercizio di questa santa Dottrina, che io ho intrapreso” (Istruzioni familiari, vol. 1, 58). 

Il Beato Cesare ritiene che la Dottrina Cristiana è di grande utilità per la propria vita: “Volete conoscere l’utilità dell’andare alla Dottrina? Datemi ascolto e ve la farò comprendere per mezzo di una similitudine. Vi può capitare di vedere talvolta un pastore che, non conoscendo la virtù e la proprietà delle erbe e dei fiori, ne distrugge e calpesta molti per gioco, al contrario dei farmacisti che li comprerebbero a peso d’oro. Credete che il pastore opererebbe così se ne conoscesse le virtù? Allo stesso modo molti disprezzano la Dottrina e la Parola di Dio, ignorandone appieno le virtù e non sapendo che in essa si trova il vero rimedio di tutte le malattie spirituali”. (Istruzioni familiari, vol. 1,21.24-25)

Infine ecco un grande consiglio per catechisti e predicatori: “Il Vangelo narra che Gesù se ne andò sul monte degli Ulivi, dove soleva passare la notte in orazione; e di buon mattino tornò nuovamente al tempio e tutto il popolo andò da Lui, e stando seduto insegnava…. Come si vede in questa circostanza, Gesù si ritira sul monte per pregare, quindi ne discende per ammaestrare le folle. Con questo insegna ai suoi successori nella predicazione che l’orazione deve precedere e seguire la predicazione. Il predicatore deve pregare prima, affinché la sua predicazione porti frutto, e dopo, affinché il frutto rimanga. Deve pregare prima di salire sul pulpito, affinché piaccia a Dio d’imprimere nel cuore degli uditori le parole che ascoltano e di dare loro volontà e forza di metterle in esecuzione… Inoltre lo stesso predicatore deve trarre profitto dalla istruzione che dà agli altri e non sia come una lucerna che si strugge per illuminare gli altri e come dice s. Paolo, chepredicando agli altri egli stesso non divenga reprobo (1 Cor. 9,27)” (Omelie sopra i vangeli dell’anno, vol. II, 268-269). 

Questi sono solo alcuni testi nei quali emerge la passione del Beato Cesare per la Dottrina Cristiana, il desiderio che altri conoscano il Signore e diventino Suoi discepoli.

In questa annuale Festa del Beato Cesare chiediamo la grazia per noi e per tutti coloro che hanno nella Chiesa il servizio della catechesi, di esserne annunciatori così come lo fu il nostro amato Beato

Ancora una volta, vi invito a fare di questa festa un’occasione per far conoscere il Beato Cesare e la sua opera sempre attuale, per ritrovarci insieme, come unica Famiglia formata da padri, membri delle Fraternità della Parola, del Movimento Familiare Dottrinario e dei Laici Dottrinari, da catechisti e da quante altre persone vorranno aggiungersi, per pregare, formarsi e vivere insieme un momento di fraternità.

 

Buona Festa a tutti!

Roma, 15 aprile 2020

413° anniversario della morte del Beato Cesare                                      p. Sergio La Pegna, dc
                                                                                                                    Superiore Generale

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